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256 primo giorno


In realtà quello che sosteneva quella donna eccezionale era il più grande, il più tetro orgoglio femminile. Cadere — tutte le donne cadono e si chiama debolezza. Per lei si chiamava vigliaccheria. Tradire — tutte le donne finiscono per tradire e si dice leggerezza. Per lei si diceva disonestà, senza sotterfugi, senza transazioni. Essere vile, essere disonesta, essere come tutte le altre, giù, a capofitto, brancicando nel fango, sporche le mani, sporca la gonna, sporca l’anima. La sua fierezza si ribellava, irrompente, furiosa contro l’amore che l’avrebbe fatta tale. Invero ella odiava tutti questi uomini che la circondavano, che le facevano la corte, che le scrivevano; li odiava come nemici, come persone accanite contro lei, come cacciatori crudeli. Il suo orgoglio le gonfiava il cuore, pigliando il posto di qualunque altro sentimento. Per orgoglio sopportava quello scostumato marito, per orgoglio non se andava alla casa paterna, per orgoglio sorrideva, per or-