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254 | primo giorno |
mi sono domandata quale storia avesse pietrificato quell’organismo di donna, lasciandole nell’anima solo la tortura di un misticismo impossente.
Ebbene, nel passato, malgrado il suo odioso matrimonio, ella era stata lungamente e tranquillamente virtuosa. L’avevano maritata a un’ignobile duca, giovane, brutto e villano, che si andava mangiando la sua fortuna — e seguitò sempre — con tutte le attrici di terz’ordine, le ballerine dei piccoli teatri, le cantatrici di operette dei baracconi in legno. Lui era fatto così, era democratico in amore — diceva. Soggiungeva che gli piaceva più l’anticamera che il salotto: quindi si asteneva dal far la corte alle amiche di sua moglie, ma era l’amante della cameriera, della sarta, della modista, financo di quella che veniva a stirare a giornata, al palazzo. Questo essere ducale i cui antenati salivano su per dieci