finire la luce della nostra esistenza, la giocondità della nostra giovinezza. Finire. Morire. Amico mio, è forza che sia così. In questi giorni ho pianto, ho pregato, ho chiesto a Dio la forza del sacrificio. Oggi sono nello spasimo, ma sono decisa. Parla all’anima mia l’alta voce del dovere. Troppo peccammo. Ingannammo un uomo fiducioso e tranquillo, che crede nel mio onore e nel mio amore, che crede nel vostro onore e nella vostra amicizia. Facendo tacere la coscienza, errammo dolcemente ma gravemente. Abbiamo portata la maschera della virtù mentre eravamo colpevoli. Io ho portata in giro la mia fronte pura di sposa mesta, mentre i vostri baci avevano abbracciate le mie labbra. Pentiamoci insieme. Io non voleva, vel rammentate. Ricordate la mia prima lettera. Fui sorpresa, stupidita. Perdetti la testa: ma voi che eravate uomo, perchè non foste il più saggio, il più freddo? Non voleva io. Forse, non vi amava. Vi ho amato poi. Cesare, vi amo ancora, ma vi lascio. Non