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228 vittoria di annibale


insensibile, ecc., ecc. A poco a poco gli adoratori diradarono. All’amore succedè l’ossequio che carezzava la sua vanità, ma la lasciava deserta. La salutavano con profonde scappellate, suscitavano intorno a lei che passava un mormorio d’ammirazione, ma le visite si facevano scarse nel suo palco ed in casa sua. La rispettavano troppo. Quando un novellino si metteva a farle la corte, vi erano subito pronti gli amici ad avvisarlo che era inutile, che avrebbe perduto il suo tempo, e lui abbandonava il campo prima ancora che la duchessa lo licenziasse con uno sguardo glaciale o una parola mordente. Adriana si esaltava sempre più nella sua parte di donna insensibile, malgrado le piccole ferite al suo amor proprio; e provava una specie di ebbrezza nei sagrifici che faceva.