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giuoco di pazienza 179


forte. Precauzione inutile, poichè la signorina Eva era perfettamente ben educata, e non tentava scapparsene — essendo provvista di molta filosofia. Quando venivano visite, fingeva sonnecchiare, dormendo con un occhio solo. Quando le portavano le noci, le nocciuole, le mandorle brusche, allora il suo istinto bestiale si rivelava, frettoloso, vorace, gittando attorno occhiate diffidenti, come se qualcuno volesse rapirle la preda. Finite le nocciuole, faceva un grande atto di disprezzo e si richiudeva nell’apatia di una donna malcontenta di tutto. Il più strano, però, era osservarla quando, tutta sola, faceva la donnina: prima civettuola, tutta vezzi, tutta occhiate, tutta galanterie, provocante e seducente — poi di un tratto malinconica, triste, desolata, parlando, piangendo verso un essere immaginario — e dopo immediatamente sola, tranquilla, fingendo di dar il rosso alle guance impallidite dalle lagrime.