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ideale 171


— Ebbene, non me lo dite: io lo so. L’ho indovinato: il mio cuore è diventato profeta. Il vostro ideale è una donna, quella donna che v’ami. Consolatevi e ringraziate il Signore. L’ideale è vivo: io v’amo, Cesare.

— Non scherzate, Laura.

— Non scherzo, vi voglio bene,

— V’ingannate, forse.

— Non m’inganno: vi voglio bene.

Egli impallidiva sempre più. Un tremolio gli agitava gli angoli delle labbra.

— Ve ne scongiuro, Laura, non mentite! Rimanete bella, malvagia, seducente, ma indifferente, ma lontana, ma inafferrabile! Se volete che v’adori, ditemi che non mi amate.

— Io non vi capisco, voi siete pazzo, Cesare: io so che v’amo.

— Addio, Laura.

— Non ve ne andrete, spero.

— Me ne vado; addio.

— Cesare, Cesare!

Ella spalancò un balcone; la viva luce del