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ideale 161


Sanseverino impallidì, nonostante la sua disinvoltura. Carezzò nervosamente il suo mustacchio sottile:

— ...già — disse poi. — Ma non l’avrei detto. Non si crederebbe, contessa, ma riesco ad essere un uomo di spirito anche dinanzi a voi.

— Tutto merito mio, Sanseverino.

A lui si annebbiarono gli occhi, ma l’orgoglio gli ridette un sorriso ironico.

— Quanto vi è di buono in me e di felice nella mia vita, lo ripeto da voi, contessa — rispose, con un inchino troppo profondo.

— Benissimo, ecco un grazioso complimento che è il principio di quelli che udrò fra poco al teatro.

— È vero, voi andate al teatro — disse lui come riavendosi da una distrazione. — Perchè ci andate?

— Per annoiarmi in mezzo a molta gente.

— Annoiatevi con me, allora. La proposta è egoistica, non lo nego. Ma io mi moltipli-