Pagina:Serao - Fior di passione.djvu/116

116 cuore di porcellana


minore, o il fratellino: è lei che deve andar via. È ostinata, cocciuta, invincibile: e non resta che benedirne melanconicamente il volo, seguirla con l'occhio sinchè scompare, per rimanere impensierito della vita breve ed infelice che avrà.

Ecco, io non faccio mai preamboli, e questo qui mi pare abbastanza lungo e noioso. Risolvermi a parlarvi d'Alfonsina sarebbe bene, raccorciando la storiella, copiando dalla verità. Quest'Alfonsina era una ragazza provinciale, di Salerno. Suo padre era impiegato all'Intendenza di Finanza — ella aveva due sorelle e due fratellini, ancora piccini. Di estate ella andava a passare quindici giorni, dal venti agosto al cinque settembre, in un villaggio presso Salerno, in una casa baronale che faceva inviti molto larghi. Ci andavano gente da Cava, da Potenza, da Napoli, da Castellammare; ci andavo anche io. La scusa era la festa e fiera di Sant'Anna che si celebrava coi soliti fuochi d'artificio, mortaretti, bande