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novella d'amore 11


il gelato nel piattello, prese dal delicato lamento della fanciulla orientale: il marito di Paola si dondolava in una poltrona, fumando, tranquillo, guardando con occhio distratto la svelta figura di sua moglie, tutta vestita di nero, tutta scintillante di perline nere. La freschissima brezza marina entrava dalle quattro finestre di quel lungo salone: appoggiato alla finestra, Fulvio guardava il mare, come assorbito. Ora Paola offriva le sigarette ai giovanotti e alle signore che osavano fumare. E la mano che porgeva il porta sigarette era così bianca, così pura di linee, che Fulvio sentì struggersi di tenerezza.

— Perdonatemi — fece lui, levandole in faccia gli occhi supplichevoli.

— Amico, non ho nulla da perdonarvi — disse Paola, soavemente.

— Sono un brutale: voi siete buona.

— No, no — e fece per ritirarsi.

— Non restate mai un momento accanto a me — mormorò lui con voce di pianto.