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parte seconda | 69 |
sposarci. Voi avete solo ottomila lire di rendita: io sei. Con quattordicimila lire non si fa nulla.
Diceva queste cose sorridendo, con una posa disinvolta, col braccio arrotondato che agitava il ventaglio, guardandolo col suo sguardo dominatore.
— Ma se muore mio zio.... — piagnucolò l’infelice.
— Vostro zio non muore per ora. L’ho osservato bene: è solidissimo.
— Siete malvagia, Giovanna.... ricordatevi....
— Di che volete che mi ricordi? Vi prego, siate uomo di spirito. Andiamo di là.
Partirono. Nulla mormorarono fra loro le camelie vivide, carnose e magnifiche, a cui Giovanna rassomigliava.
— Bello, bello — diceva Andrea Lieti, osservando tutto attorno e facendo scricchiolare il divano rustico sotto il peso del suo corpo. — Ma preferisco Centurano.
— La campagna vera dev’essere più bella di sicuro — mormorò timidamente Galimberti, il professore di storia. — Ma questi Casacalenda intendono il lusso.
— Bah! egregio professore. Essi vogliono maritare la figliuola, e ci riesciranno.
— .... credete?
— Io non li biasimo. Quella creatura lì è troppo splendida per rimanere in casa. Era tanto bella anche in collegio?