Pagina:Serao - Fantasia, Torino, Casanova, 1892.djvu/58

50 fantasia


— Lo prometto.

— Io lo giuro. Che sempre, in qualunque occasione, con qualunque mezzo, l’una cercherà di aiutare l’altra. Dimmi se lo prometti.

— Lo prometto.

— E io pure. Ancora: che l’una sarà sempre pronta a sacrificare la propria felicità per quella dell’altra. Giura.

— Lo giuro.

— Anch’io lo giuro. Ancora, ancora: che l’una sarà pronta a morire per l’altra. Giuralo, giuralo!

Caterina pensò un istante. Era un sogno questo, un singolare sogno, o lei s’impegnava per tutta la vita?

— Lo giuro — disse fermamente.

— Lo giuro — ripetette Lucia. — La Madonna ha inteso. Guai a colei che manca! Iddio la punirà.

Caterina assentì col capo. Lucia cavò di tasca il suo rosario. Era tutto a pallottoline azzurre, di lapislazzuli, legate fra loro da anelletti di argento. Vi pendeva un piccolo crocifisso di argento e una medaglina di oro, su cui era incisa la Madonna della Salette. Lo baciò.

— Noi spezzeremo questo rosario in due parti eguali, Caterina. Metà ne porterai via tu, metà ne serberò io. Sarà il ricordo dell’amicizia, sarà il ricordo del giuramento. Quando io pregherò la sera, mi ricorderò: tu ricorderai nell’ora della preghiera. Quella età metà mancante ti farà pensare all’amica lontana.

E prendendo il rosario, l’una da una parte, l’altra dall’altra, trassero fortemente. Gli anelli di argento, solidi, resistettero. Tre volte il tentativo fu rinnovato: gli anelli non volevano cedere. Dovettero torcerli per