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parte prima | 37 |
rimprovero in casa sua. Ebbene, senti. Io cercherò una idea nobile, buona, santa, a cui consacrare il mio spirito e la mia attività: io cercherò una piaga da lenire, un’ingiustizia da riparare, un torto da ristabilire: cercherò dappertutto l’ideale di umanità a cui sacrificare la mia vita. Non so che cosa farò: ancora non lo so. Ma sia come Sorella della Croce rossa sui campi di battaglia, sia come Suora di carità negli ospedali, sia come Dama visitatrice nelle carceri, sia come fondatrice e maestra di qualche asilo infantile, io avrò impiegata a pro di qualche sventura umana la forza e il coraggio di una esistenza inutile.
Caterina non rispose. Lucia la guardò, con un lieve moto di sdegno sulle labbra.
— Non ti pare bello tutto questo, Caterina?
— Molto bello. Te lo permetteranno a casa tua?
— Vorrei vedere che me lo impedissero! Sarebbe una tirannia crudele.
— E la salute?
— Resisterò.... o morirò. Sarà la morte più bella, affranta dalla fatica, con la soddisfazione del dovere compiuto.
— Io non sarei capace di tanto — mormorò Caterina dopo un breve silenzio. — Io ho l’anima piccola.
— Non importa, cara, — disse l’altra, carezzandole infantilmente i capelli. — L’ideale dell’umanità non è per tutti.
La sera era giunta, la ricreazione era finita. Le collegiali rientravano nel dormitorio, passando di là nel corridoio, scendendo per le scale, avviandosi alla cap-