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parte quinta 379


— È venuto il parrocchiano, don Claudio, perchè vogliono rifare il tetto della chiesa e contano sulla carità dei fedeli, e dice che voi, signorina, che fate tante elemosine, non vi scorderete della chiesa.

— Che gli avete risposto?

— Che scriva a voi a Napoli.

— Avete fatto bene. E poi?

— E poi il figlio di Mariagrazia è morto.

— Quel bel bambino?

— Gnorsì: Mariagrazia è stata per morirsene anche lei, in salvamento vostro.

— Direte a Mariagrazia che m’è dispiaciuto il suo caso. Che farà lei?

— Andrà a servire a Napoli. Povera femmina! E Peppe Guardico ci è venuto in Napoli?

— Sì: ci è venuto.

— Allora avrà fatto a voi l’ambasciata della pietra del molino, che s’era spaccata. Vi ho detto tutto? Sì... così mi pare. No... mi scordavo di meglio. Un giorno, levando la polvere, Carmela ha trovato una carta scritta, sotto l’orologio. Sempre volevo metterla dentro una busta e mandarla a voi, signorina. Poi, siccome io dovevo venire a Napoli, ho detto: gliela porto io. Vado a prenderla?

— Andate — disse ella.

Una lieve espressione di stanchezza si diffondeva di nuovo sul suo volto; le palpebre appesantite si richiudevano, pel bisogno del riposo. Il calore che veniva dal caminetto aveva diradato e vinta quella impressione di freddo. Ella si scosse due o tre volte per vincere