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parte quinta | 347 |
volevo sfondarlo con un calcio, ma non ho potuto. Ella si è portata via la sua Madonnina bizantina. Ella era pia, era religiosa, si confessava, si comunicava: che poteva sapere io, che facesse questo e poi commettesse quell’orribile peccato! Ma sapete, come amanti non si erano presi ancora, aspettavano la luna di miele come due sposi... infami, assassini... si prenderanno stanotte, domani, mentre io agonizzo qui, solo, come un disperato, come un cane...
Ella ebbe un movimento di terrore, di faccia a quel piccolo energumeno, avvolto in uno scialle da donna.
— ... io le aveva sempre voluto bene — riprese lui, dopo una lunga pausa, parlando piano — l’ho sposata per amore, perchè era bella, perchè era buona, perchè era istruita, perchè parlava poeticamente, perchè era infelice in casa di suo padre. Della dote non mi sono curato, se era scarsa. Qualche amico mi disse allora che le donne sposano sempre per un interesse. Io non ci ho creduto. Ella mi scriveva certe lettere così belle! Oh, ella era famosa per scrivere lettere! Ne ha scritte a Galimberti che è impazzito, ne ha scritte a me, ne ha scritte a voi, ne ha scritte ad Andrea. Glie le dava nei libri, le metteva sotto l’orologio, dappertutto. Io doveva capire, che lei mi sposava per interesse. Sapete che cosa ha portato via, insieme con la Madonna? I suoi brillanti, i brillanti che le avevo dato io!
E un ghigno d’ironia apparve sulle livide labbra dell’ammalato.
— ... i brillanti, capite? Quelli di mamma mia, che era una donna onesta. Ella li porterà alle orecchie,