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26 fantasia


— Violetta Valery — interruppe Pezzali: — ho udita la Traviata.

— Non m’interrompere: il nome è mutato.... «Era una splendida creatura, a quattordici anni, delicata, sottile, coi lunghi capelli biondo-castani, gli occhi grandi e azzurri: forma fantastica. Era poverissima, con un abito di percallo stinto, uno scialletto nero trasparente per la vecchiaia, e gli stivalini scalcagnati. Passava ogni giorno dal friggitore e comperava due soldi di patate. La conoscevano per la biondina dalle patate fritte. Ma ella era nata per le cose belle, per il lusso, per l’eleganza: ella non poteva essere povera e infelice. Resistè per un pezzo, ma non per molto. Un giorno la bella colomba ebbe un nido profumato....

— Che aveva fatto? — chiese storditamente Avigliana.

— Era diventata.... una di quelle.

— Ecco Altimare — disse Spaccapietra alzandosi a metà sulla seggiola.

Tutte si voltarono. Lucia si avanzava lentamente, con un passo incerto, urtando qua e là nelle sedie, come se non vedesse. Le braccia le pendevano lungo l’abito, come abbandonate nel vuoto. Non era pallida in viso; era livida. Gli occhi sbarrati. Sedette al suo posto, ma non riprese il suo lavoro. Le sue compagne la guardavano, sbalordite. Sempre quella magra figura di ascetica ardente le aveva intimidite, ma oggi le spaventava. Certo qualche cosa di gravissimo aveva dovuto accadere fra lei e la direttrice. Senza dire nulla, Caterina Spaccapietra depose il lavoro, uscì dal circolo