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328 | fantasia |
II.
Caterina era ritornata con un certo piacere alla casa di via Costantinopoli, in Napoli: poichè a Centurano, sola, senza Lucia, senza Alberto, e sopratutto senz’Andrea che era andato quattro volte a caccia in quindici giorni per ripagarsi del tempo perduto, si seccava molto. In quei quindici giorni ella aveva fatto fare grande nettezza nella casa di Centurano, messe le fodere ai mobili, tolte le tendine: la camera di Lucia l’aveva lasciata intatta per l’anno venturo. La casa rimaneva affidata a Matteo. Finito questo, fu contenta di venirsene via.
Nei suoi quartieri d’inverno ella voleva fare molte innovazioni. Ne parlava lungamente con Andrea il cui consiglio per lei era prezioso. Per esempio la stanza da pranzo aveva bisogno di un parato nuovo; ma ella aveva pensato di far mettere, all’ingiro, sulla parete, uno zoccolo di legno di quercia scolpito, che salisse all’altezza della persona, un’idea che le aveva suggerito Giovanna Gabrielli-Casacalenda, maestra di eleganza. La spesa era un po’ forte e Caterina aveva esitato qualche tempo, malgrado che Andrea le avesse dato facoltà di spendere. Erano ricchi, non spendevano la loro rendita, e la proprietà prosperava; ma ella era naturalmente portata all’economia. In quanto a rinnovare il salotto giallo, poichè Andrea lo trovava