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parte prima | 25 |
— Sì che Cherubina Friscia non scherza, per malignità — osservò Pentasuglia.
— Dio mio, fateci uscire presto da questa casa — esclamò Casacalenda.
Tutte le teste si abbassarono in questo desiderio. Vi fu un po’ di silenzio. Caterina Spaccapietra traeva lentamente l’ago, presa da una stanchezza grave.
— Minichini bella, raccontaci questa Signora dalle Camelie — pregò Giovanna Casacalenda con la sua dolce voce, dove soffiava la passione dell’ignoto.
— Non posso, core mio.
— Perchè? Tanto è terribile? Raccontala, Minichini. Artemisia bella, raccontaci questo libro.
Le altre non parlavano. Ma negli occhi lampeggianti si leggeva la curiosità, ma sulle labbra aride il desiderio disseccava le parole. Giovanna pregava per loro, con gli occhioni supplichevoli e un sorriso languido sopra le grosse labbra.
— Lo racconterò, ma non ne dirai nulla, Giovanna.
— No, amore caro.
— Oggi la storia non potrà finire....
— Non importa, non importa, va pure.
— Ebbene, lavorate assiduamente, senza guardarmi, come se non mi ascoltaste. Io mi rivolgerò tranquillamente a Giovanna, come se le facessi un discorso qualunque: lei approverà ogni tanto col capo o dirà qualche parolina. Ma per carità, non date a vedere che mi prestate attenzione.
«Così, nel tempo, a Parigi viveva una povera sartina che si chiamava Margherita Duplessis....