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parte quinta | 319 |
— Faresti tutto per l’amore?
— Tutto.
— Di’ la verità, parla come se tu fossi in agonìa, per passare innanzi all’Eterno tuo giudice: faresti tutto?
E gli aveva prese le mani, lo guardava negli occhi, fisamente, ardentemente, quasi volesse trargli fuori l’anima. Andrea, semplicemente, nella reddizione completa della sua vita, disse:
— Tutto.
Ella si lasciò baciare tutte due le mani. Pensava. Poi sollevò un poco la tendina verde e guardò nella via. Pioveva sempre, più forte anzi, di traverso, certe gocce come aghi di acciaio, lunghe e acute. Erano a Mergellina. Sotto la pioggia il mare era di un bigio sporco e una bruma avvolgeva la macchia verde della Villa, la macchia brulla del forte Ovo. Non una barca, non una vela sul mare.
— Che desolazione — mormorò Lucia — sulla terra e sul mare! Il nostro amore è malaugurato.
— Lucia, Lucia bella, non dirle queste cose. Non mi hai dato un bacio, da che sei entrata.
— Il bacio è il tuo ritornello. Baciami pure.
Sollevò il velo, lo gettò indietro, si lasciò baciare sulle labbra che restarono chiuse e fredde. Egli si staccò, umiliato:
— Sei senza passione: io ti sono indifferente — le disse.
— Ma non capisci tu, sciagurato, che io non posso appartenerti? Non capisci che salirei alla più alta felicità essendo tua, e che me ne privo? Non capisci