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312 | fantasia |
l’Eterno Padre, miracoloso altare, circondato di ex-voto di cera, di argento, in quadretti rossi e turchini. Essa, genuflessa sullo scalino di marmo, appoggiata la fronte alla balaustra di marmo, parlava mentalmente all’Eterno Padre, dicendogli che se egli aveva voluto così, poiché il destino era quello, poiché lei obbediva ai misteri della Provvidenza, almeno che le desse consiglio in quell’ora suprema. L’Eterno Padre aveva voluto buttarla in quello stato di dolore in cui ella aveva tutto perduto, pace e felicità: ora, la sostenesse, la illuminasse per ritrovare la sua via. Quale era la sua via, dunque, la via della giustizia? Lasciare Andrea perchè egli commettesse qualche eccesso? Darsi a lui, ingannando sempre? Darsi a lui, palesemente? Ella parlava all’Eterno Padre, umilmente, aspettando il lampo divino dello Spirito Santo, che rischiarasse la sua terribile posizione.
— O Padre, o Padre, voi voleste che ciò fosse! Ora aiutatemi voi.
Si levò di lì, dopo tre Pater noster finali. La grazia non era venuta; l’Eterno Padre non le aveva fatto sentire la sua voce: ella si rialzava inutilmente dalla preghiera. Dio, il Padre, non aveva inteso. Attraversò la lunghezza della chiesa e andò, barcollante, a cadere innanzi all’immagine della Madonna, un’antica Madonna delle Grazie, dal viso scialbo e dai grandi, pietosi occhi azzurri, che pare vi guardino, che pare chiamino, che pare seguano il credente che si allontana. Lucia parlava alla Madonna della sua pena, della sua infelicità... e col capo abbassato sulla balaustra,