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24 fantasia

— Cioè, si possono leggere — osservò Minichini: — ma non conviene dire, innanzi ai giovanotti, che si sono letti.

— Uh! quanti libri ho letto che nessuno sa — esclamò Avigliana.

— Io so di un matrimonio che non si è fatto — disse Minichini — perchè la fidanzata si lasciò sfuggire di aver letto La Signora dalle Camelie....

La Signora dalle Camelie, quanto deve esser bella! Chi l’ha letta, ragazze?

— Io no, io no, io no — fu un coro, accompagnato da lievi sospiri.

— L’ho letta io — confessò Minichini.

— Viene la maestra — mormorò Vitali alla vedetta.

— Che avete, che non cucite, Spaccapietra? — chiese la maestra.

— Nulla — fece costei, e chinò gli occhi sul cucito. Le tremavan le mani.

— Vi sentite male? Volete uscir fuori all’aria?

— No, grazie, sto bene: preferisco star qui.

— Sei in pena per Altimare? — chiese Avigliana.

— No.... no.... — mormorò l’altra vergognandosi.

— Che le potranno fare? — domandò Casacalenda.

— Diamine! non la mangeranno mica — disse Minichini: — se le fanno qualche cosa, noi la vendicheremo.

— La direttrice è crudele — disse Avigliana.

— E la vice-direttrice è una birbona — soggiunse Vitali.