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parte quarta 301


— Che hai?

— Niente.

— Che ti ho fatto?

— Niente.

— Mi ami?

— No.

— Allora me ne vado?

— Vattene.

Ad Andrea veniva la voglia di batterla, tanto gli sembrava perfida in quel momento. Se ne andava, a Caserta, nell’ufficio postale, dove le scriveva una lettera furibonda. Ritornava a casa: ella stava peggio, poiché non si degnava parlare più, si assorbiva nel silenzio. Attorno a lei tutti si facevano dominare dal suo malumore. Non parlavano più. Ogni tanto Alberto domandava:

— Lucia mia, vorresti qualche cosa?

— Sì.

— E che cosa?

— Morire.

Ad Andrea tremava il giornale tra le mani; egli fingeva di leggere, ma ascoltava tutto.

— Lucia, vogliamo andare domani al bosco? — diceva timidamente Caterina, per darle una iniziativa.

— No, io odio il bosco e la campagna e il verde.

— ... ieri hai detto di amarli.

— Io odio oggi quello che amavo ieri — ribatteva Lucia, col suo tôno sentenzioso.

Fino a che un giorno, mentre stringeva la mano ad Andrea che usciva, ella cadde per terra, in preda