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288 | fantasia |
E sferzava Tetillo che galoppava.
— Perdiamo di vista la carrozza, Andrea — supplicò Alberto, che trovava quel galoppo inopportuno.
— Ora ci fermeremo e aspetteremo.
Erano sulla via di san Nicola, che va da Caserta a S. Maria: Andrea smontò e attese a piedi l’equipaggio, che arrivò dopo un minuto. Francesco, il cocchiere conservava la sua gravità di cocchiere napolitano, malgrado avesse sferzato i suoi trottatori meclemburghesi. Andrea e Alberto si appoggiarono allo sportello e chiacchierarono.
— Vi divertite?
— Oh moltissimo, questa corsa m’innebria — disse Lucia.
— La giornata è bella — soggiunse semplicemente Caterina.
— Sì, ma fa vento — mormorò Alberto, stirandosi un poco, stanco di essere stato rattrappito.
— Dunque possiamo continuare? — domandò Andrea, impaziente.
— Vorrei fare una proposta — disse Alberto — mi raccomando alle signore perchè sia accettata.
— Dilla presto, almeno.
— Abbiate pietà di un povero infermo e lasciatemi venire nella victoria: vi si sta riparati dal vento: vi è questa bella pelliccia che garantisce le gambe.
— E Andrea resta solo nel phaéton? — osservò Caterina.
— È vero — disse, riflettendo, Alberto, — come si potrebbe fare? Farlo venire con noi, metterci tutti