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parte quarta 247

mente. Le avevano una certa affezione rispettosa, vantandola coi servi delle ville vicine. Oh! ella aveva tanti altri pensieri. Ancora della biancheria da rifare, poiché non si finirebbe mai, con la biancheria. Andrea aveva dichiarato che certe camicie non avevano più goletti alla moda e che non le metterebbe più. Ne aveva fatto venire sei da Tesorone, che è il primo camiciaio di Napoli, e Caterina voleva tagliarne altre diciotto in tela d’Olanda finissima, impuntirle, e poi passarle a Giulietta, che era molto esperta per cucire alla macchina. In ultimo, poi, ella voleva farsi cucire due vestaglie per l’inverno, sopra un bel modello che aveva Lucia Sanna, sebbene temesse che alla piccola statura non andassero troppo bene queste vesti larghe e fluttuanti.

Anche Lucia Sanna diceva di restare in casa volentieri, accanto al suo caro marito. Alberto seguitava a essere infreddato, ma migliorava un poco: ora, invece di tossire al mattino, tossiva un po’ la sera, forse pel fresco delle lenzuola, diceva lui. Si faceva già riscaldare il letto, ma quando era troppo caldo tossiva pel caldo. Cardarelli gli aveva ancora detto che i polmoni erano deboli, ma sani, che cominciasse l’olio di fegato di merluzzo a colazione, che continuasse il liquore arsenicale di Fowler dopo pranzo e qualche cucchiaiata di acqua di catrame al mattino, quando si levava, per solidificare la mucosa. Al cibo, badasse, al cibo: latticini, uova, carne: mai salumi, mai pepe, mai eccitanti, mai fritture. Anzi per questa faccenda Alberto si raccomandava alla signora Lieti, sua buona amica e