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224 fantasia


— Non stai male?

— Sto benissimo; non ho voglia di dormire.

— Che hai?

— Nulla, Ninì. Tu hai sognato.

— È il fresco che m’ha svegliato. Ho tastato e non ti ho trovato accanto a me.

— Hai avuto paura? Cerca di riaddormentarti.

Ella si spogliò, di nuovo, tranquillizzata.

— Domani ti devi svegliare presto, Andrea?

— Sì, presto.

— Alle sette?

— Sì.

— Buonanotte.

— Buonanotte.

Caterina, smorzato il lume, si fece il segno della croce e si riaddormentò immediatamente, come le succedeva sempre. Andrea aveva aspettato, fremendo, quel momento per stringere sul petto la sciarpa di merletto, tiepida ancora, del collo di Lucia. per baciarla, per morderla, per avvolgersela attorno alle mani, attorno al collo, per rinfrescarsene la fronte, e per tenerla sugli occhi, nella veglia prolungata.


Alla mattina Alberto, lamentandosi, sospirando, gemendo, allarmò tutta la casa. Levandosi di letto aveva tossito tre volte, poi aveva tossito di nuovo lavandosi la faccia. Si sentiva la gola aspra e stretta, il petto oppresso.

— Dove posso aver preso freddo? Dove posso averlo preso, io che uso tante precauzioni? Porto sempre