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parte prima | 15 |
suoi predecessori fu Filippo Maria, figliuolo di Gian Galeazzo, succeduto a suo fratello Gian Maria. Costui per mire di interesse, sposò Beatrice di Tenda, vedova di Facino Cane, condottiero di ventura. Era Beatrice di Tenda donna virtuosa e falcoltosissima, ma già innanzi negli anni. Portò al marito in dote il dominio di Tortona, Novara, Vercelli, Alessandria; ma egli, appagato il desiderio di ricchezze, l’ebbe presto a noia. La fece accusare di aver mancato ai suoi doveri di moglie per un tale Michele Orombello, scudiero. Vera o falsa l’accusa, bugiardi o sinceri i testimoni, Beatrice di Tenda fu provata rea e salì sul patibolo, insieme con Michele Orombello, nell’anno 1418, che era il quarantottesimo della sua età, essendo ella nata nel 1370».
Caterina aveva già piegato il foglio, e il professore aspettava ancora. Passarono così due minuti.
— Non vi è altro?
— No.
— Come, solo questo?
— Solo.
— È un còmpito molto scarso, Spaccapietra. Non è che la narrazione pura e semplice del fatto storico come sta nel libro di testo — anzi più semplice ancora. Non v’ispira nessuna considerazione l’infelice fine di Beatrice?
— Non saprei.... — mormorò l’alunna, pallida di emozione.
— Eppure siete donna.... Appunto vi avevo assegnato un compito dove si poteva manifestare qualche nobile affetto, la pietà, il disprezzo per la falsa accusa.... che