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parte terza 177


— Siete troppo bella, oggi. Ciò è insopportabile — disse Andrea, scoppiando in una risata stridente.

— Per far piacere ad Alberto... io non amo vestirmi con lusso: non mi pare che dia soddisfazione. Sapete che sono poco accessibile alla vanità.

— Lo so, ma trovo che Alberto è uno sciocco...

— Non dite questo, signor Andrea. Povero Alberto! è semplicemente infelice.

— Non mi avete inteso. Perchè vi fa vestire così? Tutti vi guardano. Non è geloso?

— No, non mi pare.

— Se io fossi vostro marito, sarei bestialmente geloso — scoppiò a dire.

Lucia si sgomentò, si trasse indietro. Un minuto secondo. Sorrise a suo modo, mettendovi quella espressione di voluttuoso dolore che era così pericolosa.

— Vi fo sempre paura — mormorò Andrea, agitato, con tono lamentoso.

— No: capisco che siete fatto così.

— È il temperamento. Alle volte il sangue mi soffoca. Mi vengono idee pazze. Udite, lasciatemi dir tutto. Se fossi vostro marito, sarei geloso, geloso sino alla follìa. Sento che vi bastonerei, vi soffocherei...

Lucia socchiuse gli occhi, come inebbriata.

— E sentite, sentite ancora — continuò lui, affannando — voglio dirvi quello che non ho mai osato dirvi in questo tempo... chiedervi scusa... per quella sera... fui brutale con voi. Mi avete per donato?

E la pregava, commosso da quel ricordo, fremendo ancora al pensiero di quella scena violenta.