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nel parco doveva fare fresco. Ma restava, roso da un desiderio ambizioso, pensando che il ministro finirebbe per dirgli qualche cosa. — Alla sala dei granoni, se non mi avrà chiamato lo pianto — pensava. Ma passarono la sala dei granoni e anche quella delle biade. Andrea si sentiva salire la collera al cervello, attraversando la sala degli olii che il sole riempiva di riflessi gialli. — Alla sala dei vini lo lascio — pensava irritatissimo, già rosso in viso. Ma nella sala dei vini innanzi a una piramide di bottiglie, il ministro lo chiamò: — Signor Lieti?

— Eccellenza?

— È un forte lavoratore, lei: ecco anche del vino. Bisognerebbe curare, anche per patriottismo, i tipi dei vini italiani. Beviamo troppo Bordeaux e troppo Champagne: la Francia ci ubbriaca.

— Eccellenza...

— Lei merita le congratulazioni del governo come cittadino facoltoso, che spende la sua attività per questo incremento... mi congratulo io stesso, personalmente...

Andrea s’inchinò, confuso, orgoglioso. Aveva avuta la sua parte: il ministro complimentava il deputato di Cassino, anche pei vini. Poi la esposizione era tutta percorsa, si scendeva nel parco, in quella degli animali.

— Mi ha parlato ora, non mi dirà nulla per le mie galline; io me ne scappo.

E tutto allegro, col sangue che ripigliava la sua