Pagina:Serao - Fantasia, Torino, Casanova, 1892.djvu/179


parte terza 171

parere pessimista in un giorno di festa e che questo inizio della vera vita agricola, era già qualche cosa di serio. La provincia ringraziava il governo del re nel suo primo ministro, ringraziava per le belle promesse sperando sicuramente nella loro attuazione, quando chi le faceva era un eroe, un patriota, un valoroso. Il ministro, tenero alla lode, arrossì come un bambino pel piacere. E finì, calmo, quieto, senza che la voce gli fosse alterata mai, senza che avesse bevuto una goccia d’acqua. L’applauso fu nutrito, lungo, ma non entusiastico. Il discorso era freddo, non aveva sonorità che rombassero nell’uditorio; e l’uditorio sentiva che il discorso era vero. Il ministro abbracciò quasi il suo caro deputato, che gli aveva votato contro nel l’ultima votazione. Egli accettava questa dimostrazione tranquillamente, con quel viso da sfinge aristocratica dove nulla si leggeva. Di profilo, il torace si sviluppava più militarmente che mai, e una spalla aveva un lieve moto di sollevamento, unica traccia di nervosità.

Il pubblico era tutto in piedi aspettando per salutare al passaggio il ministro: egli se ne andò fra gli applausi delle prime file, appoggiato al braccio del prefetto, trascinando la gamba ferita a Palermo, una delle sue glorie private che lo aiutavano a governare. Tutti i sindaci, tutti i funzionari, tutti i giornalisti dietro, confusamente, con una grand’aria d’importanza. Per le scale un altro tentativo di applausi, ma debole e rado.

— Il deputato di Capua è stato bello, ma freddo, Caterina — diceva Lucia, già in piedi, guardando la gente che passava.