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148 | fantasia |
in mezzo alla folla, indifferente a tutti. Vivo, nessuno lo amerà: morto, nessuno lo piangerà.
«Ebbene, quest’anima, questa creatura, questa donna, sarò io. Sì, Caterina, io sposerò Alberto Sanna. Sarà un sacrificio enorme di tutta la mia gioventù, di tutta la mia vita, di tutti i sogni di splendore e di gioia. Sarà un olocausto silenzioso che io offrirò a Dio. Per la felicità di un’altra creatura angosciata e dolente, io darò la mia felicità. Getterò la mia vita per quella di un essere piangente, che mi ringrazierà col sorriso della gioia. Io non amo Alberto Sanna di amore. Tu lo sai, questo sentimento terreno e carnale non è ancora sorto in me: non sorgerà. Io mi sento piena di pietà, colma di compassione per questo essere disgraziato — e per pietà lo sposo. Egli mi ama con una passione cieca, infantile, profonda — e crede di essere amato d’amore, e io voglio che lo creda. Talvolta l’inganno è una pietà. Io sarò accanto a lui la sposa fedele, la sorella pietosa, la madre previdente, la infermiera instancabile: egli non vedrà mai sul mio volto una traccia di noia o di stanchezza. Mi segregherò dal mondo che egli non può frequentare. Darò un addio alle relazioni mondane, che metterebbero un fastidioso romore nella nostra casa. Dimenticherò le mie sofferenze per alleviare le sue. Se qualcuno fra noi due dev’essere infelice, io sarò quella. Muta, sorridente, serena, nasconderò nel profondo del core quanto potrebbe essere di pena al povero Alberto. Io sarò il suo sorriso.
«È melanconico l’avvenire, ma è pieno di un no-