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parte seconda 141

sempre roba da vedere: due o tre volte la condusse alla Camera, nella tribuna delle signore, dove Caterina si annoiò moltissimo, intendendo poco della discussione, avendo caldo, morendo di sete, ma facendo finta di nulla. Ella aspettava paziente che egli venisse a riprenderla, con la sua calma di donnina che rimarrebbe un secolo ad attendere nel posto dove l’hanno lasciata. Andrea tornava, frettoloso, rosso, scalmanato, sbuffando come un torello, scusandosi di averla fatta troppo aspettare, narrandole quello che aveva fatto, le gite inutili, i funzionari inerti e molli, il segretario pieno di diffidenza, il ministro pieno di ardore, i deputati pieni di zelo, per far fare buona figura ai collegi che rappresentavano. Caterina stava a sentire il racconto, con quella bell’aria di attenzione che fa tanto piacere ai narratori, senza stancarsi mai. Poi, quella esposizione regionale agraria era il loro grande affare. Andrea era presidente del Comitato promotore: avrebbe esposto grano, granone, vino, una razza speciale di galline, una coltivazione perfezionata di zucche, una modificazione della trebbiatrice. Insieme vi era la mostra didattica, di cui Caterina era dama patronessa. Per l’aristocrazia vi era una mostra di floricoltura. Si sarebbe inaugurata sulla piazza principale di Caserta la statua di Vanvitelli. Infine tutti gli interessi suscitati, tutta la provincia posta in rivoluzione, feste da sbalordire, treni straordinari. Al 1O settembre, nella bella stagione, già fresca, ancora tepente. Tutto stava a ottenere per l’Esposizione la reggia storica, dove i Borboni avevano tanto amato di vivere. Caterina si univa