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138 | fantasia |
nera era buttata, bocconi, di traverso sul letto, senza cuscino, con le braccia aperte, come un Cristo arrovesciato.
— Andrea? — chiamò ella, sottovoce.
— Che è? — disse lui, bruscamente.
— Dormi?
— Mi seccavo e sono venuto qui. Lasciami dormire.
— E Lucia, chi l’accompagna?
— Tu. Lasciami in pace.
VII.
Un mattino, prima di uscire, Andrea disse a sua moglie, baciandola:
— Prepara i bagagli per questa sera. Partiamo per Roma.
— Quanti giorni? — chiese lei, senza mostrare meraviglia, abituata a questi ordini improvvisi.
— Almeno quindici. La biancheria, gli abiti buoni: lascia i gioielli. E pronta al comando, sai, bimba!
Se n’erano andati a Roma, senza avvisare alcuno della loro partenza. Pareva un viaggetto di nozze: da un anno e mezzo del loro matrimonio, non avevano mai viaggiato che da Napoli a Centurano. Caterina aveva le piccole sorprese e le ingenuità di una novella sposa; ma si assuefaceva subito, come una creatura d’ordine, che nulla giunge a squilibrare. Andrea godeva,