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134 | fantasia |
donna, appoggiarle il capo sulle ginocchia, e chiudere gli occhi come un bambino? Stava bene egli che ogni tanto era preso da certi sbuffi di ferocia, per cui avrebbe voluto stringere le braccia intorno a quella vita sottile per sentirla fremere, divincolarsi, flessuosa come una tigre? Cercava di non pensare, ecco tutto.
— Che stoffa è questa, signorina Lucia? — domandò dopo un poco, strisciandole pian piano un dito sulla manica.
— È lana.
— Una lana morbida.
— Cachemire.
— Vi sta tanto bene. Perchè non la portate sempre?
— Vi piace?
— Sì, molto — e seguitava a carezzarle il braccio macchinalmente.
Ella s’inchinò verso lui, molto da presso.
— Fatene fare una a Caterina.
Questa volta Andrea non si alzò, ma trasalì vivamente, ritirò la mano e la passò nei capelli per rigettarli indietro.
— Pensavo poc’anzi — esclamò — e non volevo dirvelo, che l’uomo il quale s’innamorasse di voi sarebbe molto infelice.
Lucia si rigettò indietro fredda, silenziosa, il viso indurito in una espressione di collera.
— Ecco che siete andata in collera — disse egli a voce più bassa, un po’ umiliato.
— No — e il monosillabo fischiò tra i denti.
— Sì, siete in collera. Io sono brutale.