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Quello che diceva, fece. Lesse a bassa voce, due o tre volte, il versetto come colpita da meraviglia; poi lo lesse ad alta voce:

«Io amo quelli che mi amano; e quelli che mi cercano mi troveranno» (Proverbi — capo 17).

Egli ascoltava stupito. Lo prendevano certi impeti di dispetto di fronte a quel singolare misticismo, lui che viveva nella bella indifferenza della buona salute. Taceva per buona creanza di gentiluomo che non vuole offendere una signorina; ma quella storiella gli pareva ridicola.

— Avete udito, signor Lieti?— soggiunse lei, come se lo provocasse.

— Ho udito: è una bellissima cosa. Parla dell’amore, mi pare. Per me, già, del Vecchio, e del Nuovo Testamento non mi piace che l’episodio amoroso fra Maddalena e Gesù.

— Signor Lieti!

Pardon, mi è sfuggito. Sono un po’ rude, signorina Altimare. Noi, che stiamo bene, vediamo le cose sotto un altro aspetto. Di nuovo, scusatemi.

— Infatti voi siete pieno di salute — disse sospirando. — Ricordo sempre, sempre quel waltzer che mi faceste ballare. Non lo farò più.

— Ma che! tornerà l’inverno, ci saranno altre feste, noi balleremo senza riposo.

— Io non ho più forza per ballare — Siete voi che volete ammalarvi. Perchè avete chiuso le finestre? È mite il tempo e qui si soffoca. Io apro.