Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
parte seconda | 119 |
sono venuto qui... per gravi comunicazioni, signorina Lucia.
— Io me ne vado — disse Alberto.
— Ti pare? per me? per quello che ho da dire? Ma se puoi benissimo ascoltar tutto.
— Gli è che con questo bel sole, prima che tramonti, vorrei fare un giro per la Villa — soggiunse Alberto, tutto impensierito: — mi farà bene alla salute. Vorrei aver appetito per l’ora del pranzo.
— Va, Alberto mio, va a passeggiare. Potessi venire anch’io! Dev’essere bello il sole: salutalo per me.
— Ti ricordi la promessa che mi hai fatta?
— La ricordo e non manco.
Quando furono soli, si guardarono in silenzio. Andrea Lieti era un po’ imbarazzato: pensava che sarebbe stato conveniente andarsene anche lui. Invece Lucia si era accomodata meglio nella poltrona, aveva ritirato il piede calzato nella pianella di velluto: la veste turca la copriva come un manto dalle pieghe larghe che chiudevano e celavano tutte le forme del corpo.
— Mi prendete quella Bibbia dal tavolino, signor Lieti?
— È venuta l’ora della preghiera, signorina? Io mi ritiro — disse lui, con una intonazione comica.
— No — rispose Lucia alzandogli in faccia gli occhi — no, poiché io prego sempre. Ma quando mi accade qualche cosa di strano, di molto strano, io apro la Bibbia a caso e leggo il primo versetto che mi capita sotto gli occhi. Vi è sempre un consiglio, una guida, un presentimento, una fatalità nelle parole scritte.