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parte seconda | 113 |
— Quale donna? Una donna di governo? Sono egoiste e odiose, non le posso soffrire.
— Ma no, una moglie.
— Tu pensi?... È singolare, io non ci avrei mai pensato.
— Ma sai: tu hai bisogno di una donna che non rassomigli alle altre. Tu hai bisogno di una donna eccezionale.
— È vero, è vero: io ho bisogno di una donna eccezionale — approvò Alberto, già convinto.
— Una donna eccezionale. Dico bene, professore?
Egli si scosse, scombussolato. Che voleva da lui, ora? Lei continuò senza aspettare la risposta:
— Tu sei un po’ cagionevole di salute, caro Alberto. Questa tua è una età difficile, con tanti svaghi che ti offre la gioventù, coi balli, coi teatri, con le cene...
— Io non vado in nessun posto — borbottò lui — ho troppa paura d’ammalarmi.
— Sia: fai bene a esser prudente. Del resto sono piaceri vani. Ma in casa tua, nella tua casa fredda e solitaria, ci vorrebbe una donnina dolce e affettuosa, capace di passare le giornate accanto a te, non annoiandosi mai, prodigandoti le cure più tenere. Ella sarebbe la tua moglie e la tua infermiera, la tua lettrice e il tuo segretario: ti amerebbe, ti curerebbe, ti sorriderebbe! Pensa: quanta luce, quanto amore, quanta dolcezza d’intimità nella casa tua! Pensa: la vita intiera di questa donna consacrata a te!
— E dove lo trovo questo angelo, Lucia, dove lo