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parte seconda | 105 |
V.
— Siete voi, Galimberti? Venite pure avanti.
— Non vi disturbo? — e al solito inciampò nel tappeto, sedette col cappello in mano, un guanto non messo, l’altro infilato, ma non abbottonato.
— Non mi disturbate mai — ed era il tono monotono e freddo dei giorni di malumore.
— ... pensavate? — soggiunse il nano, dopo qualche tempo di silenzio.
— Sì, pensavo... ma non ricordo più quello che pensavo.
— Siete uscita stamane? È una bellissima giornata.
— Invece io ho freddo. Ho sempre caldo quando fa freddo io, e viceversa.
— Creatura strana!
— Eh?
— Perdonatemi.
— E voi, Galimberti, siete andato stamane a dar lezione al collegio?
— Sì... sono andato, sebbene fossi molto triste e non avessi punto voglia d’insegnare...
— Molto triste... e perchè? — Ma la indifferenza era in quella domanda.
Egli si passò una mano sulla fronte e restò pensoso. Mentre ella voltava le spalle al balcone, egli vi si tro-