sta. Io ho marito, vedete. Questa sembra una risposta volgare; è onesta, invece. Quando siamo giovanette, la madre ci dice; l’uomo che sposate dovete amarlo. Se non potete amarlo dovete almeno rispettarlo, dovete essergli fedeli e obbedienti, conservargli il vostro corpo e la vostra anima, anche a costo di morire di dolore. E queste parole non solo le dice la madre, ma ce ne dà l’esempio quotidiano. Questo dovere di onestà, questa tradizione di fedeltà, questa eredità di virtù, ci si trasmette nel sangue di madre in figlia. Non vi è nulla di sublime, vedete; è un dovere, si compie.