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nuova caccia. 81


Vi dovette essere qualcuno che t’insegnò tanta malizia, o lettore — devi avere qualche segreto potere che ti fa forte contro le infinite tentazioni della penna, contro le molteplici e svariate seduzioni che dalla mattina alla sera sono la ricerca degli scrittori: tu sorridi quando ti si chiama benigno, benevolo, simpatico, quando ti si dice bella lettrice; sorridi e passi avanti. Non ti curi della lunga schiccherata di collaboratori che sfilano nei programmi delle riviste, bada, nei soli programmi, quasi che tu sapessi essere quello un mezzo di comprare la gloria, tanto per la rivista quanto pel collaboratore — Tu non cerchi vedere chi si nasconde sotto la moderna invenzione, lo pseudonimo; sai forse che lì dietro vi è quasi sempre un nome ignoto, di cui non si deve aver che fare, se lo si lascia tanto comodamente? Tu non sai che farti dell’amore dei libri; ami forse, ma non in quel modo: nè vuoi essere data la legge. Non t’importa che la cronaca ti dica che la gente onesta, pulita, che si rispetta, va a Castellammare o a Montecatini; tu resti un galantuomo, prendi l’asino e te ne vai sul Vomero. Il giornale ti dice di votare pel tal dei tali, tu non ne fai niente. Dimmi, chi ti insegnò queste cose, o lettore? La tua scienza tanto sottile, tanto astuta, tanto fine, dove l’hai trovata?