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il trionfo di lulù. | 57 |
di darmi della capricciosa, della leggiera, della fanciullona; aggiungere che sarei stata una pessima moglie, che sono poco seria, che non ho dignità, che mia sorella è...
— Tua sorella? Perdi la testa, Lulù?
— Bah! potrebbe darsi benissimo. Per adesso Roberto e Sofia sono indifferenti, poi si conosceranno meglio, si potranno apprezzare... ed allora... chi sa, chi sa! Tu avresti lode di buona madre per aver maritata prima la maggiore...
— Infatti...
— A me non mancheranno mariti, ho appena diciotto anni. Poi voglio divertirmi, voglio ballare ancora, voglio godermi questa mia gioconda gioventù con la buona mammina, mammuccia...
— Sei un diavoletto — rispose la mamma commossa, abbracciando la figliuola.
— Sicchè restiamo intesi? A Roberto si annunzia pulitamente la brutta notizia, però gli si aggiunge che si resta amici, che lo vogliamo veder sempre. Se quei due si debbono amare, si ameranno: è scritto.
— Ma credi, cattiva Lulù, che le cose si metteranno bene? Sai che mi piacciono poco gli imbrogli.
— O impersuadibile madre! O madre peggiore di San Tommaso! Ma sì, ma sì, te lo assicuro io, con la mia provata esperienza, che non accadranno scandali. Roberto è un gentiluomo, infine, e non pretenderà che, senza amarlo, io lo sposi.
— Quello che mi sembra impossibile è l’affare di Sofia...