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il trionfo di lulù. 55


— Verrai presto almeno?

— Il tempo per metter giù quattro righe.

Sofia si avviò verso la terrazza cercando di avvalorare il suo cuore per quei pochi minuti. Si fermò sulla soglia. Roberto passeggiava; le si accostò.

— Lulù mi manda — ella disse a bassa voce.

— Veniste forzata?

— Forzata... no.

Essa tremava tutta; Roberto le era vicino, col viso travolto dalla passione.

— Che vi ho fatto, Sofia?

— Nulla, nulla mi avete fatto. Non mi guardate così — supplicò essa smarrita.

— Lo sai, dunque, Sofia, che ti voglio tanto, tanto bene?

— Oh! taci, Roberto, per carità taci! Se Lulù ci sentisse!

— Io non amo Lulù. Amo te, Sofia.

— È un tradimento!

— Lo so, ma ti amo. Partirò...

— Ebbene — gridò di lontano Lulù comparendo sotto un’altra porta — ebbene, è fatta questa pace?

Ma nessuno rispose. Sofia fuggì via, celando il viso fra le mani, e Roberto rimase immobile, silenzioso, come istupidito:

— Roberto? — chiamò Lulù,

— Signorina...

— Che avviene dunque?

— Nulla; me ne vado.

E senza neppure salutarla, andò via anche lui con un gesto da disperato. Lulù lo seguì con lo sguardo e restò tutta pensosa: