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il trionfo di lulù. | 53 |
IV.
Erano passati tre mesi, il matrimonio di Lulù tirava in lungo. Alle volte la madre, che non ci vedeva chiaro in questi ritardi, chiamava in disparte la figliuola e gliene domandava.
— Voglio aspettare — rispondeva sempre Lulù — ho bisogno di conoscer meglio Roberto.
Infatti la fanciulla era diventata un po’ osservatrice. Andava attorno come al solito; come al solito cantava, rideva, scherzava, ma interrompeva spesso queste piacevoli occupazioni per indagare il contegno della sorella, o per ascoltare ogni parola di Roberto. La si vedeva spesso con le labbra strette, le sopracciglia protese, in aria di grande attenzione: ora Lulù si guardava molto d’attorno.
Ed attorno avvenivano strani fatti. Roberto non più sereno ed ilare come il consueto, sibbene pensoso, pallido e turbato. Parlava breve e distratto: molte cose cui prima si interessava, sembrava gli fossero venute indifferenti: a volte, con grande sforzo giungeva a dominarsi ed a ritornare quel di prima, ma per poco. Abitudine di dissimulare non ne aveva mai avuta e ci riusciva male: la passione, l’interno cruccio gli si rivelavano dagli occhi.
Era venuta fuori un’altra Sofia: cioè una Sofia inquieta e nervosa, che a volte abbracciava con effusione la sorella, a volte rimaneva ore senza vederla, anzi fuggendola. Fugaci rossori le passavano sul viso, rossori di febbre; negli occhi le si accen-