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il trionfo di lulù. | 49 |
baciò; Lulù la trattenne un istante e le mormorò con voce carezzevole:
— Perchè non lo ami un pochino, Roberto?
L’altra fece un moto brusco, tirandosi indietro, e non disse verbo.
— Sicchè — riprese Lulù, stringendosi nelle spalle e cambiando discorso — questa sera non vieni proprio con noi?
— No, ho mal di capo. Puoi andare con mamma.
— Delle tue solite. Basta, io vado lo stesso, perchè mi divertirò molto molto.
— Viene con te..... Roberto?
— Nix; egli va al suo circolo, dove vi è Consiglio di direzione. Io ne profitto per isvignarmela e per ballare sino a domattina.
— E se egli lo sa?
— Tanto meglio, imparerà da ora a lasciarmi libera. Non voglio fargli prendere cattive abitudini.
— Lo ami poco, mi sembra.
— Moltissimo, alla mia maniera. Ma io scappo a vestirmi, mi ci vorranno almeno due ore.
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Sofia stette ad ascoltare il rumore della carrozza che si allontanava, portando seco la madre e la sorella; era rimasta sola, sola come aveva sempre desiderato di esserlo. Da bambina, quando le facevano qualche torto, aveva pianto solo quando era in letto all’oscuro, e l’uso gliene era rimasto: così perduta in quel gran salone, sotto il chiaro lume della lampada le mani inerti e la testa abbandonata sulla spalliera della seggiola, le si dipingeva sul volto un grande