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casa nuova. | 29 |
saranno i mille guai domestici che menomano e ristringono la mente: la famiglia sarà felice. Ma viene o non viene questo benedetto maggio? Si contano i giorni, si sorride ad ognuno che ne passa, si è soddisfatti, completamente soddisfatti.
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Quando il mese di aprile incomincia, quando l’epoca della partenza si approssima, in mezzo a tanta soddisfazione, si fa luogo un senso di amarezza. Sulle prime è leggiero, inavvertito, si presenta nella solitudine, nel riposo: poi cresce, cresce, si rende assiduo, continuo, non se ne va più. È un dispiacere vago, come di una disgrazia che sia alle spalle; una cura segreta, indefinibile anche per chi la prova; un dolore sordo per qualche cosa che deve mancare o morire. Che cosa è? L’uomo s’interroga, si rivolta, si tormenta, non trova niente, e la pena è sempre là, anzi si va accentuando, si disegna...... Ecco, sarà una debolezza, una fanciullaggine, una sentimentalità morbosa, ma si è addolorati di lasciare la casa.
È vero, è vero: il cuore si stringe pensando a quelle stanzuccie dove si è tanto amato, tanto vissuto e che non si vedranno più; pare che dalle vecchie pareti, dagli angoli oscuri partano voci di affetto e di tenerezza; nella notte si ode un susurrio indistinto e carezzevole. In ogni cantuccio vi è una parte di vita, un brano di cuore: sul muro, quel segno col lapis è la misura del bam-