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COMMIATO.
Alcuni mi dicono: Voi siete triste. In quello che scrivete vi è sempre un’ombra di malinconia; anche quando scherzate, compare ogni tanto un pensiero mesto.
Altri esclamano: Beata voi con la vostra gioventù e l’allegria! La gioia schizza fuori dalle parole, il buonumore vi si appalesa; quando cominciate un’elegia, terminate sempre in un inno.
Io non rispondo e penso. Non so nulla di questo, è sicuro; non mi ricordo se sono stata allegra o malinconica, lo stato del mio animo mi è sfuggito. Sforzo la mia memoria; è inutile, essa ha obbliato l’impressione di quel momento fuggevole.
Vediamo allora che ne dice il pubblico. Ma ogni particella di questo pubblico è un’anima che sente, una mente che ragiona, una volontà che opera; ogni particella di questo pubblico è un individuo con le sue inclinazioni, i suoi gusti, le sue passioni; è un individuo col proprio carattere. Pensare questo, è semplicemente spaventoso per lo scrittore.