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mosaico. 241

levato, gitta ai fanciulli che si bagnano, un grappolo di uva nera. Riparte il treno; sotto il sole di settembre ride e canta il piccolo porto.

Sulla tovaglia damascata di Fiandra, la colazione attende; ma dallo spiraglio della porta non se ne vede che un angolo. Ma nell’aria si aspira un lieve odore di limone fresco; una gamba di pollo arrosto, con la delicata pelle del corpo crogiolata, fa supporre il resto; un’ostrica bruna, rugosa e scabrosa di fuori, bianco-lattea, morbida e lucida di dentro, respira lentamente; in tre dita di Xeres biondo, trasparente, limpidissimo, sono immersi i pezzetti gialli e succosi di una pesca duracina. O ricchi vigneti della Spagna, ardenti come la terra e come lo sguardo delle donne, o freschi ed ombrosi giardini d’Italia, o immenso e benefico Oceano, o gioconda e magnifica Natura, salute!

Il salotto rotondo, piccolo è tutto foderato di seta rosa pallida, imbottita e fermata da bottoncini come l’interno di una bombonierina di cristallo; sulle pareti morbide, piccoli specchi ovali con la cornice semplice di argento, lucido e terso, come l’acciaio;