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per le fanciulle. 185

rete, mentre il venticello le solleva i capelli — è l’immagine del fresco che ti doveva procurare. Ma pur troppo, da tempo immemorabile le donne hanno preso il vezzo di far servire gli oggetti a mille scopi cui non sono destinati; da tempo immemorabile il ventaglio non serve a dar fresco. Serve piuttosto a nascondere il fulgore dei begli occhi, quando questi diventano troppo splendidi per coloro che li guardano; a nascondere il sorrisetto della bocca maliziosa, quando un’amica è troppo, troppo mal vestita; a nascondere il fremito delle mani nervose che vorrebbero spezzare qualche cosa; a nascondere un rossore..... che si ostina a non venire; per chiamare chi è lontano, per respingere chi si affretta troppo, per salutare, per parlare a bassa voce. Credi tu che il tuo ventaglio abbia eseguito queste manovre? Allora è tempo di dargli un po’ di riposo: mettilo accanto al libro di raso azzurro e profumato ove chiudi i tuoi fazzolettini. Sono nuvolette di battista, leggiere, fine, ricamate, smerlate, con la iniziale del nome e la corona marchionale; queste cosette così sottili che piegate passerebbero in un anello, stettero fra un bottone e l’altro dell’abito, in una piega della gonna, in un angolo perduto della veste, perchè la moda ha abolito le tasche per le donne, riserbandole solo agli uomini, come è di regola; questi fazzolettini asciugarono lievemente le labbra dal gelato, dallo champagne e dallo zucchero candito di un marron glacé. Ne andò perduto uno, nevvero? Lo hai forse dimenticato? Non ne sai nulla e sorridi? Ho paura che ti burli di me; fammi leggere i tuoi engagements.