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la canzone popolare. | 15 |
essa ha saputo cogliere bene l’idea ed il sentimento, sopravvive lungamente, forse più che nella classe degli intelligenti un’opera di grande maestro.
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Vi si parla quasi sempre d’amore. Amore diverso dal nostro, ci s’intende; amore grossolano e che può giungere a certe delicate espansioni, sognate solo dalla fantasia del poeta; amore che dona egualmente un garofano ed un colpo di rasoio: amore che non s’inchina, non porta guanti e suona per ore intiere la chitarra sotto la finestra dell’amata; amore che quando vi s’inframmette la gelosia, diventa passione; amore che è sboccato, villano, ed intanto riempie di matrimoni i registri dello stato civile. Esso ispira le canzoni popolari: vi si narrano le gentili speranze della corrispondenza, il dolore per la indifferenza, l’affannoso tormento della gelosia, le pene del disinganno e dell’abbandono; tutta la profonda variabilità dell’amore prende forma in quella musica. Vi sono canzoni per augurare la buona notte, canzoni per ridestare una cara e pigra dormiente, canzoni per rimpiangere una giovinetta morta; spesso, rinnovando le romanze degli antichi trovieri, vi è un dialogo fra l’uomo e la donna, in cui volta a volta cede l’una o l’altro, ed il vincitore è sempre l’amore. La medesima idea della morte, questa idea che fa impallidire i più forti, nella canzone sembra dolcissima; ivi è detto come bellissima cosa sia morire davanti la porta della