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vello, passarono, silenziosi analfabeti; per i pochi che hanno dominata la folla o per i molti che ne furono soggiogati. Giacchè per tutti questi, per i vittoriosi come per i caduti, l’arte è la divina fanciulla di Arrigo Heine, che mentre bacia loro soavemente le labbra, con l’unghia rosea ne dilania il cuore.