pigliava la donna più invano desiderata, egli si rodeva di invidia per quell’uomo. Allora, morsicato al cuore dall’ambizione, dominando i suoi impeti, si piegava al lavoro, frenava il suo slancio, applicandolo al raggiungimento di uno scopo. Ma alla fervida e acuta intelligenza mancava quella nobile qualità che è la misura: alla sua prorompente volontà mancava la fissità. Eccitandosi, esaltandosi, vibrando in una febbrilità di desiderio insoddisfatto, egli cadeva nella esagerazione che raffredda e allontana il successo: poi la febbre declinava e la volontà ammollita, esaurita, si lasciava prendere dal-