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portinaia Graziella, una ragazza di quattordici anni, la cui gran professione era di portar lettere amorose a Irene, alla maestrina Ottilia Orrigoni, e ci guadagnava delle mezze lire, con cui comprava una quantità di nastrini, di spilloni falsi, di orecchini in pastiglia. Cristina lesse le lettere, ma non volle mai rispondere: anzi, nella confessione, padre Raffaele la rimproverò di conservarle, ed ella le bruciò. Una parte delle sue amiche, quelle che amavano i giovanotti spiantati, le cosidette romantiche, la consigliavano a confortare di amore quel povero Peppino Fiorillo, che si struggeva